Dopo essere stato solo anticipato all’E3, NBA 2K11 comincia a fare parlare di sé, forte di una nuova licenza, la Licenza con la “L” maiuscola, quella di Michael Jordan, che adornerà persino la copertina.

Il miglior gioco di basket in circolazione è ora migliorato e sempre più completo; pronostici sulle vendite azzardano molto, basandosi sul fatto che ogni fan del basket comprerà questo gioco fidandosi della presenza di Michael, facendo, tra l’altro, benissimo.

Lebron in maglia Heat: dovremo farci l'abitudine...

Il primo miglioramento di questo gioco è la minore macchinosità dei movimenti: sotto canestro erano già ottimi, ma per il resto sembravano artificiali e gli stacchi tra un’animazione e un’altra si notavano abbastanza.

Un’altra evoluzione la troviamo nei comandi, da anni in casa Visual Concepts si cerca di realizzare un buon sistema di dribbling, riuscendoci solo di rado. Anche stavolta, troveremo nuovi controlli per il famigerato Isomotion, ovvero l’insieme di finte e mosse speciali in possesso a ciascun atleta. Rispetto all’anno scorso, è stata decisa una riduzione nel numero di tasti e nelle “combo” in stile picchiaduro, a favore di azioni più intuitive.

L'ex testimonial Kobe: la copertina di NBA 2K10 gli ha portato bene!

Sul lato tecnico, come si vede nei primi screenshot la base di partenza è sempre l’edizione passata e quindi gli stessi giocatori e arene. D’altra parte, Visual Concepts assicura che nel gioco completo ci saranno nuovi modelli 3D (e più vari) oltre a un maggiore dettaglio e somiglianza verso lo sport reale. Anche le arene NBA sono in corso di aggiornamento e nella versione definitiva dovrebbero risultare più dettagliate e verosimili.

La varietà delle animazioni sotto canestro è aumentata

Attorno al campo, rivedremo allenatori e panchine in movimento secondo ciò che avviene sul parquet: agitati o delusi per la squadra che perde, rilassati e immersi nel gioco per il lato dei vincenti. A queste direzioni di massima si aggiunge uno studio particolare per gli allenatori, che avranno comportamenti più vicini ai loro alter-ego reali. Per un Phil Jackson calmo e compassato, ci sarà sempre un Mike D’Antoni saltellante e isterico durante tutta la partita.

Di MattiaG

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.